RECENSIONI


Tutto il passato è storia. Il futuro è un sogno, solo il presente ci fa vivere perché reale.
Viviamo nel presente! E’ nel presente che diamo il meglio di noi, ogni giorno.
Peter è un ragazzo che vive il presente, anzi si lascia vivere nel presente. Per lui il passato è una famiglia felice, il futuro una famiglia riunita. Il presente: una famiglia disgregata!
Pensa di essere solo, crede di essere abbandonato da tutti, ma il mondo intero, nascosto nel misterioso, attende lui, attende colui che può salvarlo!
    Alle soglie di un mondo che sta per capovolgersi, alle soglie di un mondo che sta tirando i remi in barca per lasciarsi andare alla deriva, ecco che la fantasia, l’amore, il coraggio, il disinteresse per sé, l’amore alla  famiglia, l’amicizia vera, rappresentano  i nuovi valori a cui tendere con tutto il cuore. Valori che seppur vecchi, sono sempre nuovi, sempre accolti, sempre ricercati perché sono l’anima migliore che tutti vorrebbero avere. Vivono dentro di noi o si ricordano di vivere allorquando anche un libro, letto per caso, riesce a ricordarci di come vorremmo essere o  di come avremmo voluto essere. A volte si dice che un libro fantasy è per i soli ragazzi, ma a me sembra che siano proprio le persone, più mature, ad aver bisogno di leggerlo, perché è anche così che si ridiventa giovani, è anche così che ritroviamo in noi la fantasia perduta, le avventure che sono rimaste sepolte nei nostri sogni. Solo così potremmo calarci anche nei panni dei più giovani e, ricordando la nostra giovinezza, capire il loro mondo.
Peter è già un ragazzo privilegiato, lo è da quando la passione per i libri e la lettura del fantasy  lo coinvolgono al punto da diventare egli stesso un’avventura. Così snocciolandosi la storia su misteri nascosti e su antichi libri ritrovati, il lettore si trova immerso e catapultato in un mondo vero, popolato da uomini con  valori autentici nei loro cuori e creature fantastiche così reali e così minuziosamente descritte da sembrare fotografate. Un mondo che sembra essere parallelo al nostro, ma che vive la vita in maniera autentica, con passione, con coraggio, con altruismo. L’antico diverbio tra il bene e il male, è vissuto con slanci appassionati che disvelano eroi inimmaginabili. I luoghi raffigurati denotano la capacità descrittiva della scrittrice che rimane in incognito, nascosta, quasi assente in un mondo che ha bisogno di testimoni. Così anche il povero Peter, costretto  a sopravvivere ancora da solo, si accorge invece che l’amicizia vera non muore mai, che laddove è solo dolore, c’è ancora la speranza che illumina e guarisce. Scopre che l’amore si manifesta nei momenti più impensabili e scopre che, l’amore vero è eterno. Pochi giorni, un’eternità al confronto, ma quanto riesce a cambiare, quanto di bello riesce a tirare fuori dal suo cuore: i  sentimenti più teneri, gli slanci più infuocati, la passione più travolgente nascosta in un fiore, la fedeltà assoluta dimostrata con il dono di sé! Che gioia leggere e scoprire che in un mondo fantastico, in un libro proprio del genere fantasy, nella scorrevolezza delle parole, quella piccola scrittrice nascosta ha lasciato un’impronta di sé, uno spiraglio del suo stesso animo che racchiude tutte le ansie, le trepidazioni, i sogni, le tenerezze più dolci e la sublimità del suo stesso cuore forte e coraggioso, capace di far sognare un mondo più giusto ai perbenisti, un mondo da conservare integro nella sua bellezza agli antichi giovani come me.                                                                                            
Arch. Mirella Anna Melchionna


Leggendo questo racconto, non si può fare a meno di sentirsi coinvolti in prima persona nella vita dei personaggi e nelle loro avventure. Man mano che si va avanti nella lettura incontriamo il coraggio, la forza e la passione che unisce i protagonisti tra loro e soprattutto tanto cuore. Tutte caratteristiche che fanno parte della scrittrice stessa e, che lei ha voluto trasmettere ad ognuno dei suoi personaggi facendo così in modo che chi legge si possa riscoprire in loro.                                                         

 Raffaele Vitolo


Romanzo con maturità di scrittura nonostante la giovane età dell’autrice che rivela un talento naturale di narratrice, Le Cronache dei draghi perduti attrae il lettore, non solo per il mondo surreale in cui è ambientato e le magiche creature che lo popolano ma anche per le vicissitudini più umane vissute dai personaggi, fantastici e realistici insieme e perciò in grado di essere coinvolgenti ed emozionare. Campeggia il tema dell’eroe salvifico che purifica il mondo dalla violenza cieca del male: il guerriero del Fuoco, a cui è predestinato il giovanissimo Peter che imparerà ad usare i suoi poteri e oggetti magici e a saperli controllare. Interessante è proprio l’aspetto della competenza che un eroe deve possedere nell’uso degli strumenti di cui è speciale possessore: essere predestinati è un privilegio che si conquista e si mantiene, può essere conservato ma anche perso se non si  è abbastanza saggi nell’ amministrare le proprie energie o a controllare la rabbia, l’odio, gli eccessi.
Al Guerriero del Fuoco fa da contraltare il guerriero dell’Acqua, che il nostro Peter affronta con l’ardore e l’audacia del suo essere adolescente ma che dovrà riuscire a dominare usando il fuoco come simbolo di passione, amore e amicizia e non di distruzione. Nel gioco degli opposti il fuoco è ciò che muove la verità e la bellezza nel mondo, la sete di giustizia, il calore degli affetti, la volontà di cambiamento; l’acqua è la conservazione, invece, il tempo  che scorre uguale e diventa ghiaccio, desertifica i sentimenti e li affonda nel nero pozzo dell’oblio. L’autrice segue pienamente i canoni della  narrazione fantasy e, a differenza di chi preferisce distaccarsi dal registro magari nella ricerca di originalità a tutti costi, sceglie di attenersi strettamente ai tropi, mai banali cliché ma giusti archetipi per comunicare i valori del genere stesso, a partire dal mito del predestinato grazie soprattutto alla capacità di rendere interessanti i tropi stessi, creando false aspettative, finali a sorpresa e intermezzi inaspettati -   gli ingredienti esatti, quindi,  per mantenere la tensione narrativa che regge per tutta la durata del libro. La storia si sviluppa coinvolgendo infatti il lettore dalla prima avventura ovvero il ritrovamento del ciondolo magico fino all’ultima fuga disperata dai nani quando si svela il mistero racchiuso nel personaggio femminile principale, la bella Sheryen.
Identità nuove, trasformazioni: il genere si presta a un simbolismo molto incentrato sulla crescita intesa come ricerca di sé. Questo è evidente nella figura della protagonista femminile ma anche in Peter che vive un palese conflitto emotivo all’interno della sua famiglia e si lega al vecchio Charles per fuggire dall’aridità del proprio quotidiano domestico. Il libro può essere letto anche come rimando che l’autrice fa al lettore di altri personaggi e situazioni letterarie: quasi un gioco tra chi scrive e chi legge. A cominciare dal nome Peter che evoca chiaramente un altro famoso ragazzo che ama volare e sognare un’isola o mondo che non c’è. 

Nicla Iacovino
Direttrice della Biblioteca Comunale di Nocera Inferiore



3 commenti:

  1. ha detto tutto....è una recensione completa! :-)

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  2. si infatti! è molto bella e concisa!

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  3. da antico giovane ad antica giovane sono strabiliato dalla tua recensione!!!!!Ho solo inziato il libro ma mi è venuta una straordinaria voglia di finirlo......magari durante le vacanze di Pasqua..........

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